Riceviamo e volentieri pubblichiamo i pregevoli lavori di alcuni ragazzi della classe 2B (a.s. 2013-2014) sul tema "Il Mediterraneo ieri e oggi".
Il Mediterraneo è stato fin dall'antichità un
luogo geografico di grande rilevanza, culla di importanti civiltà fiorite sulle
sue sponde grazie ai contatti che questo mare consentiva tra mondi diversi,come
le civiltà dell'Oriente, dell'antico Egitto e della Grecia,ponendosi come
spazio vitale di relazioni. Ha visto nascere talassocrazie come quella dei
Fenici,la civiltà colonizzatrice dei Greci,e poi l'Impero Romano che,attraverso
questo mare ha potuto dominare tutte le terre bagnate da esso e,quindi,lo ha
chiamato "mare nostrum".Il Mediterraneo però,oltre ad essere un
fattore positivo per l'evoluzione,l'incontro dei popoli e il commercio, è stato
anche teatro di molte guerre.
Oggi il Mediterraneo è totalmente cambiato e,
infatti, gli aspetti negativi ormai prevalgono su quelli favorevoli. Su questo
mare vi si confrontano spesso conflittualmente società diverse come quella
europea e quelle che si riconoscono nell'Islam. Se ne parla in tv,sui giornali,
alle radio delle centinaia, forse anche migliaia di persone provenienti dalle
sponde africane che emigrano verso l'Italia. Viaggiano in pessime condizioni
igieniche e di sicurezza,pagano costi altissimi per il viaggio che devono
affrontare al fine di fuggire da quella terra intrisa di problemi irrisolti
e,alla fine, la maggior parte delle volte questa gente muore e, spesso, sul
fondo giacciono cadaveri insepolti.
Il Mediterraneo ora può essere definito in
vari modi a secondo dei punti di vista:Gli europei lo reputano un problema,
perchè porta tanti, troppi immigrati che in paesi in crisi come il nostro non
sono ben visti;Per gli immigrati invece, il mediterraneo viene visto come la
speranza di cambiare vita in modo positivo, per molte famiglie della sponda
africana;prendendo in considerazione tutti i punti di vista, non si può negare
che questo mare che divide , non sia un bagno di sangue.
Lorenzo Chirichilli
Lorenzo Chirichilli
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Il Mediterraneo è il mare su cui si affacciano
i territori di tre continenti: Europa, Asia e Africa. Proprio grazie a questa
sua caratteristica, sin dall’antichità è stato un centro fondamentale di
commercio con il quale molte popolazioni hanno interagito fra di loro.
Lungo le sue coste si sono sviluppate grandissime civiltà del passato
come: i Fenici, i Greci, i Cartaginesi, i Romani. Questi ultimi, infatti, se
non avessero avuto il controllo del Mediterraneo, non sarebbero mai andati
verso Oriente e, di conseguenza, non sarebbero mai venuti a contatto con la
cultura greca e sarebbero rimasti una civiltà rozza e primitiva; pertanto
l’impero romano non avrebbe mai conquistato quel gran numero di territori e la
Storia sarebbe cambiata in modo radicale.
L’importanza di questo mare è perdurata anche durante tutto il Medioevo.
In seguito alla scoperta dell’America, però, l’uomo ha cambiato i propri
orizzonti e commerci, ignorando sempre di più “il mare nostro”. Oggi il
Mediterraneo è diventato un mezzo per agevolare la criminalità, essendo
navigato da barconi straripanti di emigranti, provenienti principalmente dalle
coste dell’Africa, che fuggono dai loro Paesi a causa della povertà e della
guerra, con la speranza di trovare un luogo dove cominciare una nuova vita
serena. Al contrario trovano solo la
discriminazione nei loro confronti e alcuni arrivano anche alla morte.
Sono quasi mille, infatti, i migranti morti dall’inizio del 2013 ad
oggi.Uno degli avvenimenti più recenti, risalente al 30 settembre, è stato
caratterizzato dalla morte di tredici persone, gettate in mare dopo essere
state frustate. Dopo pochi giorni si è verificato un disastro peggiore, perché
hanno trovato la morte più di trecento persone. Il Mediterraneo ha dunque perso
i propri valori, dei valori che devono essere riscoperti dalle generazioni
future, per far sì che non avvengano più disgrazie così tremende!
Simone Napolitano
Simone Napolitano
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Il termine Mediterraneo deriva dalla parola
latina Mediterraneus, in mezzo alle terre , successivamente gli antichi Romani
lo chiameranno “Mare Nostrum”. Questo fin dall’antichità era un mare molto
ambito in quanto fondamentale per coloro che, come i Romani, volevano diventare
una grande potenza sia politica che commerciale. Proprio per questo ultimo
motivo scoppiarono guerre anche assai brutali, come quelle contro i Cartaginesi
guidate proprio dai Romani che risultarono poi vincitori. Oggi, purtroppo, il
Mediterraneo è diventato un luogo di morte dove gente disperata, proveniente
per lo più da luoghi in cui ci sono
guerre, principalmente dall’ Africa, cercano rifugio e tanta fortuna che
nel proprio paese non sono riusciti ad
avere. Quest’ anno le statistiche ci dicono che in Italia principalmente in
Sicilia e a Lampedusa, sono sbarcati migliaia di immigrati, provenienti con
barconi spesso disastrati, pronti a cedere durante il lungo tragitto che hanno dovuto affrontare. La cosa sorprendente
è che queste persone oltre che a rischiare la vita per venire qui in Italia si
indebitano al di sopra delle loro possibilità
con dei malviventi del posto che sono gli unici a poter loro permettere
questo viaggio della fortuna. Proprio pochi giorni fa ad alcune miglia dalle coste italiane sono morte
ben tredici persone, tra cui donne e bambini, che poi sono stati dall’equipaggio delle imbarcazioni buttate in
mare.
Leonardo D'andrea
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Il Mediterraneo è stato fin dai tempi antichi
uno spazio geografico di grande importanza.Le prime civiltà sfruttarono questo
mare per espandersi sia economicamente che territorialmente, tutti sanno del
ruolo fondamentale del Mediterraneo in
una civiltà come quella di Roma: uno dei più importanti imperi della storia,
grazie alla supremazia sul Mediterraneo che permetteva ai Romani non solo di
scambiare merci, schiavi ecc. ma anche di conquistare terre come il nord Africa
oppure l’oriente.Sebbene questo mare fosse la più importante via di
comunicazione della storia europea, il Mediterraneo con l’avanzare del tempo si
è trasformato, diventando così teatro di orribili spettacoli.A tale proposito
vorrei ricordare l’orribile tragedia che si è verificata a Sicili (Sicilia) e che ha sconvolto, per la
crudeltà, gli Italiani.Il 30 Settembre a Sicili, nel Ragusano, hanno perso la
vita 13 persone nel vano tentativo di raggiungere la spiaggia a nuoto da una
barca che conteneva 250 persone.Personalmente nel vedere le immagini di quei 13
corpi esanimi coperti da un telo bianco è stato toccante e commovente.Non
conoscendo le dinamiche dei fatti non
posso scrivere altro, ma nel mio piccolo posso dedicare questo testo ai 13
uomini che hanno combattuto fino alla morte per rimanere a galla e che hanno
navigato per tre giorni nella speranza di cercare condizioni di vita migliori.
Gabriele
Gargani
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Sempre più spesso
sentiamo dire frasi di questo tipo:
“Guarda cosa
resta di quel bel mare che era il Mediterraneo!
Ora non è altro
che un passaggio che conduce quei clandestini sulle nostre terre!”.
Personalmente,quando
sento gente che parla così,riesco a stento a trattenermi da urlarle contro
queste parole:
“Cos’è diventato
il Mediterraneo? Cosa siamo diventati noi?
Questa è la domanda!
Siamo diventati
uomini senza valori,gusci vuoti,incapaci di provare compassione.
Permettiamo che
muoiano milioni di persone senza alzare un dito solo perchè non le riteniamo
abbastanza importanti da continuare a farle vivere.
“Quei clandestini”,come li chiamate voi ,
arrivano da posti dove c’è la guerra,dove conducono vite peggiori che
all’inferno.
Da loro non c’è
né cibo né acqua e solo in pochi riescono a salire su una nave e a partire
nella speranza di scampare alla morte.
Molti di loro si ammalano,molti
muoiono,e noi li respingiamo come fossero cani rognosi.
Dove sono finite
le nostre priorità di esseri umani?
Dove sono quei
valori che ci hanno reso degni di farci chiamare persone?
Dove sono finite
la compassione e le lacrime,dove la solidarietà?
Come abbiamo
potuto crescere in un mondo che ci faceva ripudiare noi stessi!
Quelle persone
sono come tutti noi.
Viviamo da sempre
sulla stessa terra eppure continuiamo a crederci superiori.
Ci sono genitori
là in mezzo che hanno sacrificato tutto per i loro figli,alcuni hanno dato la
vita per permettere ad altri di salvarsi e noi li rifiutiamo.
Dovremmo
provare,anche per una volta,a metterci nei loro panni,a capire cos’è il
sacrificio,sentire cosa si prova a perdere qualcuno e a sentirsi rifiutati da
coloro che erano per queste persone l’ultima speranza di salvezza.
Loro sono
persone.
I vermi siamo
noi!”.
Alla fine di
questo discorso molte persone se ne andrebbero,altre mi fisserebbero senza dire
niente,altre ancora,le più rare,abbasserebbero il capo e piangendo
chiederebbero al vento di portare le loro scuse a coloro per cui non possono
fare nulla.
Arianna
Altigeri
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Il cambiamento della funzione del mediterraneo durante i secoli “Mare nostrum” Così i Romani chiamavano
il mediterraneo, perché a quei tempi avere il dominio sul mare voleva dire
essere molto potenti. Il mare era il centro dei commerci, potevano affluire
fino a Roma ogni tipo di alimento, ma anche molti altri beni non di prima
necessità. Ma dalla scoperta dell’ America, il mediterraneo passò in secondo
piano; il mare che prima era il centro del mondo conosciuto divenne un mare
come gli altri, visto che dall’ America avvenivano commerci nuovi con risorse
mai viste prima.Anche durante gli anni dei migranti italiani, il mediterraneo
fu solo un mare di transito, mentre meta era l’ America. Recentemente questo mare è scenario di grandi migrazioni per gli abitanti del nord-Africa
che arrivano verso l’ Italia, Francia, etc… .. Queste povere persone , ridotte alla fame spesso alla guerra, arrivano da noi
in condizioni pietose,alcuni sopra gommoni , molti di loro sono bambini e
donne, mentre altri uomini hanno lasciato la loro famiglia per trovare un
lavoro e dar loro dei soldi. Ci sono spesso discussioni sulla sorte di questi
emigranti, c’ è chi dice che sono convenienti e chi sconvenienti per l’
economia ma bisogna iniziare a ricordarsi che quelle persone non sono sacchi di
soldi o qualcosa di dannoso, sono soprattutto persone come noi che, come noi,
hanno sogni, speranze, paure. Per questo, se si sente una notizia di un altro
sbarco, non bisogna dire o pensare: “Ah un altro carico….. “ bisogna immedesimarsi in quelle persone e
seguire la notizia per sapere che fine faranno quei poveri uomini che viaggiano
per migliaia di miglia sul mare solo per una speranza di salvezza, dalla
guerra. Noi non dovremmo (come fa molta gente) rimanere indifferenti davanti a
uno di questi emigranti che chiedono l’ elemosina; secondo me dopo aver donato
qualcosa, ci dovremmo fermare a parlare con quei bisognosi e conoscere le loro
storie che, stranamente non è molto diversa da quella dei nostri connazionali,
anche essi, sono stati per moltissimo tempo migranti in molte aree del mondo.
Inoltre il mediterraneo è anche sede di pirati, razziatori che attaccano le
navi mercantili e pescherecci Danlilo
Cappelli
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Nel corso della storia il Mediterraneo ha
sempre avuto una funzione molto importante ed è sempre stato culla di grandi
civiltà nate e fiorite sulle sue sponde, quali quelle del vicino
Oriente,dell’antico Egitto, quella dei Fenici, della Grecia e poi quella del
grande impero Romano (riuscito a dominare l’intero mare, con metodi non sempre
clementi, chiamandolo poi ‘Mare Nostrum’).
Un tempo questo
mare era importantissimo, infatti tutti gli stati che bagnava erano considerati
il centro del mondo.
Oggi,però,il
significato del mediterraneo è diverso da quello che era un tempo.
Molte persone
usano questo mare sfruttando i sogni di altri per scopi di arricchimento
personale.
Abbiamo purtroppo
molti esempi di come questo avvenga, sono esempi che solo a descriverli ti
‘piange’ l’anima, il cuore, e tutto ciò che una persona può avere di umano..
Sono esempi di
migliaia di morti in pochissimo tempo, morti perché cercavano di scappare da
quel che può essere un paese in guerra, un paese dove c’è la fame,dove si
rischia la vita tutti i giorni, cercando di vivere in un luogo senza più paure,
per poter vivere una vita dignitosa,e poi? Poi quello che li attende è la
morte.
Vorrei raccontare
la fortuna che ho io nello scrivere queste righe e vivere questa vita che, di
certo, non è una vita sfarzosa, ma una vita che mi dà tutto ciò di cui ho
bisogno.
Dico questo
perché potrei non essere nata, potrei vivere in condizioni sociali ed
economiche molto,molto diverse da quelle in cui sono ora.
Ho avuto la
fortuna di nascere in questo paese grazie ai tanti sacrifici dei miei
genitori,loro come i tanti morti, sono venuti dall’ Albania, sono riusciti a
venire e sono stati fortunati nel provarci solo due volte (la prima volta sono
stati rimpatriati).
Mia madre era
incinta, precisamente stava affrontando il sesto mese di gravidanza, ma tanta
era la voglia di andarsene dalla guerra civile dell’epoca, tanti erano i sogni
di avere una vita come quella che la televisione del paese (trasmetteva canali
italiani) ci faceva vedere che quello di perdermi era un rischio che doveva
correre, perché dopo la mia nascita non avrebbe più avuto il coraggio di
portarmi con sé.
Molti dicono che
potevamo benissimo fare i documenti per venire, bene queste persone devono
sapere che per avere i documenti bisognava essere persone piene di soldi e
molti venivano arrestati solo per averli chiesti.
Tornando alla
storia dei miei genitori, loro sono venuti qui (come tantissima gente
straniera) con l’intenzione di trovare lavoro, creare una loro famiglia, avere
una loro casa, e vivere senza la paura di poter essere uccisi tutti i giorni,
senza più soffrire.Molti invece pensano che tutti quelli che vengono qui o in
altri luoghi, hanno l’intenzione di compiere reati, e basta: non è così!
Anche se molti
non ci credono, mi vergogno ogni volta che in televisione sento che uno
straniero ha compiuto un reato, perché alla gente ne basta uno solo e comincia
poi a diffidare di tutti i suoi connazionali.
È brutto perché
si viene quasi esclusi da tutto, si è guardati con occhi diversi quando si
vorrebbe solo e solamente avere rispetto.
La mia famiglia è
venuta qui, dove c’erano altri miei parenti stretti, e ha affittato una piccola
casa dove vivevamo in otto. Piano piano siamo riusciti ad avere una casa solo
nostra, una casa che quella povera gente solo sogna. Io ce l’ho, ci vivo e
molto spesso penso come sarebbe bello se tutti avessero la mia stessa fortuna
però, cosa che mi fa più male, è sentire molti dire:” gli sta bene,non c’è
lavoro per noi, figurati se ora arrivano loro e lo trovano”.
La mia risposta è
semplice:”loro lo sanno? Sanno che situazione c’è nel mondo se non sanno
neanche in che situazione sono loro nei loro paesi?”
Io ho cercato di
raccontare la mia storia,perché è grazie a questa che sono una ragazza forte e
con determinati valori.Rimango sempre senza parole nel ricordare la situazione
economica dei miei genitori che,nonostante tutto, facevano sacrifici enormi pur
di farmi avere tutto quello di cui avevo bisogno,a partire dal semplice gioco.
Papà tornava alle dieci di sera stanco dal duro lavoro e giocava comunque con
me, mi portava a letto e mi raccontava come una favoletta tutta la sua storia.
Amo mio padre,mia
madre e tutta la mia famiglia e mi commuovo ogni volta che racconto questa
storia.
Il mar
Mediterraneo per me, per i miei genitori e per tutti quelli che hanno avuto la
mia stessa fortuna, ci ha permesso l’inizio di una nuova vita; ma per la
maggior parte dei casi, questo mare è stato la tomba di molti migranti: è
diventato un mare rosso, per il sangue sparso, un mare che fino a che si sta
sulle sponde africane (in questi ultimi tempi) è un sogno, ma che diventando
realtà è un incubo senza fine che porta poi alla morte.
Orly 2B
Orly 2B
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