mercoledì 5 febbraio 2014

“I COLORI AUTUNNALI” - CICLO DI POESIE - CLASSE 2B (A.S. 2013-14)

Che belli i tramonti, non ce n’è uno uguale all’altro, ma sono tutti in grado
di scaldarti il cuore.
Anche quella sera, mentre sedevo sull’erba umida del mio giardino, mi persi
in quel cielo rosso che sfocava lieve prima in un verde smeraldo e poi
nell’azzurro della notte.
Le nuvole, spinte da un freddo vento autunnale, contornavano il sole con
una spessa cornice arancione.
Ogni tramonto mi faceva sempre lo stesso effetto, riusciva a rinchiudermi in
una ipnosi mortale che durava fino a che l’ultimo spicchio di luce non fosse
scomparso alla mia visuale.
Sarebbe andata così anche quella volta se non fosse stato per lui.
Difatti, mentre stavo ammirando quella sfera infuocata che lentamente se
ne andava, venni chiamata da qualcosa.
Era più una percezione che un suono vero e proprio, ma bastò a risvegliarmi
dal mio oblìo.
Quando mi girai per scoprire cosa avesse attirato la mia attenzione restai
senza parole.
Un acero, di un rosso vivo, svettava su una distesa di alberi e arbusti verde
scuro.
In cima alla sua collina regnava su tutti con la sua bellezza: pareva dicesse
che solo lui era il sovrano e tutti gli altri miseri schiavi.
Mi alzai in piedi per scorgerlo meglio e ciò che vidi mi colpì come un pugno
allo stomaco.
Sembrava che l’albero grondasse sangue, tanta era la magnificenza con cui le
sue foglie rispecchiavano la luce rossa del tramonto.
Qualcosa in me si mosse, un sentimento si era inchiodato nel petto e non
intendeva andarsene, un sentimento che non avrei mai creduto di provare
per quella visione, una rabbia cieca mi martellava nel cuore e esigeva uno
sfogo immediato.
Ero arrabbiata perché quell’ albero, con la sua sola presenza, riusciva a
rubare la scena a uno dei più bei tramonti che avessi mai visto.
Così, spinta dall’idea della vendetta, mi misi a correre verso quell’albero
infuocato col solo pensiero di spegnere la sua superbia.
Correvo velocemente tanto che il vento non riusciva a starmi dietro, superai
in fretta la lunga distanza che ci separava e quando giunsi sotto di lui non
esitai un attimo ad arrampicarmi sui suoi rami.
Arrivai quasi in cima e da lì iniziai a strappare ferocemente le foglie, che
cadevano a terra come una pioggia di zampilli incandescenti e andavano a
formare un lago di lava alla base del tronco.
Ad un tratto, mentre la follia mi balenava ancora negli occhi, il legno sotto
le mie mani cominciò a scaldarsi fino a bruciarmi le palme al che persi la
presa e precipitai nel vuoto.
Caddi violentemente sul letto di foglie rosse e sprofondai in uno stato di
trance.
Non stavo dormendo, vedevo chiaramente l’albero sopra di me e il cielo farsi
sempre più scuro e mentre me ne stavo lì ad ascoltare il suono del vento fra le
fronde pensavo al perché avessi fatto una cosa simile. Era vero che ogni
tramonto era unico, ma anche quell’albero lo era e allora perché me l’ero
presa con lui?
Forse ero arrabbiata per altre cose e quel rosso aveva fatto crollare le
barriere che mi impedivano di comportarmi da selvaggia, come quando viene
sventolato un mantello rosso davanti a un toro.
Quella sera mi ero comportata proprio come un toro infuriato, con la sola
differenza che, dopo la rabbia, a me era permesso calmarmi mentre a lui
spettava la morte.
Quando riuscii di nuovo a percepire la realtà mi alzai e, volto un ultimo
sguardo all’albero, che ora torreggiava su di me come un grande essere nero,
mi voltai e me ne tornai a casa sorridendo fra le lacrime.
Non sarei più andata a trovarlo, non ce n’era bisogno, lui si faceva sempre
vedere in cima alla sua collina, mentre svettava magnifico sopra tutti gli
altri.
Arianna Altigeri


Guardando dalla finestra
un albero distinto dalle foglie rosse
mi fa pensare il momento in cui perderà le foglie,
fragile e indifeso,
come un uomo alla perdita del suo simile, triste.
Mi fa ricordare una persona molto cara che,
giorno dopo giorno, si lasciò andare alla morte.
Una foglia molto debole si è staccata dal tronco resistente,
ma non mi rattristo,
altre foglie mi ripareranno dal freddo.
Sarà una foglia più resistente quella che germoglierà,
fondata sul suo ricordo.
A volte potrà essere trascurata,
ma non si staccherà mai dai rami del mio albero.
Sara Asciutto
Guardando un albero dai colori autunnali
mi vengono in mente dei bei ricordi della mia infanzia.
Quando avevo sei anni e vivevo ancora a Palermo,
tornando dalla scuola elementare,
varcata la soglia dell’appartamento in cui vivevo,
un forte odore di castagne mi travolgeva
facendomi venire l’acquolina in bocca.
Una volta finiti i compiti, infatti,
mi sedevo vicino alla finestra con mia madre,
mangiando castagne,
e guardavo gli alberi che si trovavano
lungo il marciapiede: il colore delle foglie era di un rosso caldo.
Oggi, quindi, ogni volta che vedo un albero dai colori autunnali
mi sento quasi abbracciato da quest’ultimo
e ritorno indietro di otto anni.
Lorenzo Brochier


Mi infilo quel caldo maglione rosso
e col cappello in testa esco in giardino
rinfrescata dal vento che le foglie giallastre ha scosso
portandole con sé, abbandonandole al loro destino.
Appoggiata a quel grande e spoglio leccio
gioco con le foglie ormai cadute sul prato
quando l'ennesima folata di Libeccio
mi versa addosso una cascata rosso ramato.
Le foglie mi volteggiano intorno come mille libellule
strappandomi un sorriso dalla monotonia
da una stagione che dall'allegria mi rende esule
da quest'autunno che l'estate porta via.
Quando di rame si tinge anche il cielo
rientro nella casa desolata
e con una calda risata scongelo
la freddezza con l'autunno arrivata.
Lavinia Attili


Il rosso indossato da un albero è il segno evidente che il tempo passa.
Quel rosso, a volte acceso, altre spento, mi fa sentire tranquilla, spensierata;
ma mi dà anche una sensazione di tristezza.
E’ iniziato l’ autunno e si avvicina l’ inverno; un altro anno sta per
andarsene, portando con sé tutti i miei ricordi.
Passa il tempo per ognuno di noi, non solo per quell’ albero
che cambia colore e perde le foglie.
Gli animali vanno in letargo e i bambini aspettano Babbo Natale. Si
avvicina il periodo freddo che, però, rende felice le persone.
Quell’ albero di fuoco diventerà bianco ed altre sensazioni provocherà.
Ma ora sono frastornata da questo albero particolare eppur così intenso, che
mi fa solo pensare che il tempo passa.. ed io cresco.
Alessandra Bucci


Il rosso è uno dei colori che da sempre gli studiosi del colore classificano
come un colore caldo spesso usato come simbolo di rabbia.
Ma quell'albero non suscita in me rabbia, ma un senso di cambiamento,
il voler uscire dagli schemi.
Quest' albero, con il suo color rosso-fuoco scalda il cuore liberandolo
dalla paura e rinnovandone il coraggio.
Ma il cuore non è l' unico a risultar giovato alla vista di questa bellezza
della natura: le gambe si riempiono di energia e hanno voglia di agire, di
correre a contatto con la natura, senza un orizzonte,
verso l' infinito.
E nella testa nasce un fiore rosso, il fiore della speranza e con esso nasce
nell' animo la determinazione e la volontà nel voler preservare la speranza e
farla crescere.
Ma ecco che la vita, come una tempesta, distrugge completamente questo
fiore di cui rimane solo un petalo. Ma basta solo osservare con il cuore
quest’albero, che da quel petalo rispunta il fiore, più grande di prima, perché
la speranza è l' ultima a morire.
Danilo Cappelli


Guardo fuori dalla finestra di casa mia e un albero di color rosso vivo
cattura l’attenzione dei miei occhi.
È un rosso che riporta nella mia mente ricordi autunnali.
L’autunno è il momento in cui gli alberi perdono la loro chioma, è il periodo
in cui tutto si ferma: i raggi del sole si affievoliscono, le foglie così colorate
perdono la loro bellezza e così esili si posano sul suolo bagnato che si veste
dei loro colori.
Intravedo il vento avvicinarsi all’albero quasi come se lo volesse
accarezzare.
Tutto mi suscita grande malinconia, è quasi come se la musica della natura si
spegnesse per fare spazio al fruscio del vento.
Isabel Cocozza


E' arrivato l'autunno che segna ormai il declino della bella e calda estate. Gli
alberi si tingono di rosso, giallo e marrone. La tristezza per la fine dell'estate
invade i nostri cuori e il vento che causa la caduta delle foglie spoglia gli
alberi che sembrano giunti alla loro fine. Le poche foglie rimaste penzolano
dai rami e come una madre con un neonato per sopravvivere cercano con
tutte le loro forze di restare vicini.
Leonardo d’Andrea


Un albero rosso in autunno è raggrinzito,
fragile e ricoperto di foglie di tante tonalità.
Sembra aver superato il vigore dell'estate,
i raggi del sole e l'afa dell'aria,
e sembra pronto ad affrontare l'inverno,
sembra pronto ad affrontare qualcosa
di molto più grande di lui.
Quel che mi trasmette è tranquillità.
Il vento che muove le sue foglie,
sembra essere la difficoltà e gli ostacoli della vita,
solo le foglie più forti rimangono appese ai rami,
le più deboli cadono.
Sembra quasi un dipinto,
costituito da tanti elementi che sembrano
essere stati combinati per trasmettere serenità,
sembrano essere posizionati da un angelo
o da una qualche creatura con una dote magica.
Giorgia Di Giulio


La professoressa ha chiesto di guardare
fuori dalla finestra e di esprimere tutti i
sentimenti che proviamo guardando un
albero ormai in piena fase autunnale.
Quest’albero, essendo stagione, ha le
foglie di vari colori tendenti dal rosso al
giallo chiaro.
Personalmente non mi ritengo una
persona capace di provare sentimenti per
un albero, ma quello che posso dire è che
osservando, quei colori penzolanti, suscita
in me soltanto due ricordi più che
emozioni.
Il primo riguarda l’estate: guardando
quelle foglie rimpiango sempre quell’aria
calda e quei colori accesi che, al contrario
di questi, si dicono “caldi”.
Il secondo che riaffiora nella mente
guardando quelle foglie cadere è di
felicità, perché ricordo questo periodo
dell’anno come uno dei più felici della mia
vita, essendoci molte feste.
Sono solo questi due ricordi che provo
guardando quell’albero davanti alla
finestra che, giorno dopo giorno, perde
colore con una soffiata di vento.
Paolo Gargani


Con furia,
mi instilli la tua forza;
con il tuo impeto
mi travolgi.
Dall'alto,
mi osservi, imponente,
e, con la tua mano vermiglia,
mi proteggi.
Mi narri le tue storie
quando un soffio gentile ti scuote
e mi riveli la tua malinconia
prima di un inevitabile riposo.
E finalmente, mi guardi
e mentre ti addormenti
chiedi come tutto cambi.
Fabiola Loffredi


Guardando fuori dalla finestra, il mio sguardo viene catturato da
quell’albero in lontananza; un albero di un rosso acceso che mi trasmette
una gioia di vivere immensa, forte passione e grande felicità.
La luce del giorno, poi, conferisce ad esso delle sfumature di arancione e di
giallo che imprimono in me serenità e spensieratezza.
D’improvviso, però, una folata di vento scuote i rami, facendo cadere
svariate foglie a terra, e la tristezza subentra ad ogni altra emozione.
Tuttavia c’è ancora un po’ di speranza che nuove foglie ricrescano e l’albero
diventi nuovamente rigoglioso.
Napolitano Simone


La sveglia è già suonata, è ora di andare a scuola, ma nell’aria c’è qualcosa
di diverso.
Soffia un leggero vento freddo, quasi gelido che toccandoti la pelle fa venire
la pelle d’oca. I colori del cielo sono diversi, anche la mattina, infatti, è
quasi grigia.
La cosa che più di tutte, però, mi colpisce è l’albero che ho davanti al
portone di casa e che vedo tutti i giorni: guardo i suoi colori e le foglie che
fino a poco prima erano tante e verdi. Ora sono poche quelle “appese” ai rami
e hanno un colore che va dal giallo pallido, dall’arancione al rosso intenso.
Notandolo, quest’anno mi scorre davanti agli occhi e mi accorgo di come il
tempo passi veloce e di quanti piccoli momenti riempiano le mie giornate.
Penso a come la vita possa cambiare in fretta, da un momento all’altro, come
fanno i colori degli alberi; a come quelle piccole situazioni si ricordino e
rimangano, ma come le foglie che quando cadono vengono rimosse, così
eventi di maggiore rilevanza scansano le piccole cose, i piccoli ricordi
piacevoli e non piacevoli, dandoti la possibilità di pensare al futuro e andare
avanti. Penso e ripenso e mi accorgo che tutta la nostra esistenza è legata
alla natura e , inesorabilmente, al suo ciclo.
Vranaray Ornella

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